G. Romanetto, R. Cavalli

I chiodi di Spatausen

Collana: LeggoGioco
SERIE ARANCIO da 10 anni in su
Illustrazioni di O. Brombin
6,35
ISBN: 9788846610447
Pagine: 112

Descrizione

LA STORIA
Tra l’estate del 1994 e la primavera del 1978, tra la Germania e l’Argentina, si dipana la vicenda di Wolfgang, piccolo testimone di tremendi avvenimenti più grandi di lui: l’orrore dei campi di concentramento in Germania, la repressione del generale Videla in Argentina. Vicende tragiche, insostenibili per un bambino, ma Wolfgang possiede un amico e una magia che gli permettono di andare oltre i confini del tempo, dello spazio e delle malvagità umane.

GLI AUTORI
Romanetto è nato nel 1965, dal 1999 collabora ai laboratori di scrittura creativa per le scuole elementari organizzati dall’osservatorio letterario del comune di Torino. Nel 1998 ha vinto il premio di letteratura umoristica Parole da ridere nell’ambito del Festival Nazionale del Cabaret. Nella primavera 2002 uscirà per I Colori del mondo il suo primo romanzo per ragazzi dal titolo Calci di rigore. I chiodi di Spatausen è il secondo romanzo che uscirà quasi contestualmente al primo.
Cavalli è nato nel 1972, nel 1999 ha collaborato anche lui ai laboratori di scrittura creativa per le scuole elementari, organizzati dall’osservatorio letterario del comune di Torino. I chiodi di Spatausen è il suo primo romanzo.

L’ILLUSTRATRICE
Orietta Brombin è nata a Torino nel 1960 e attualmente vive e lavora a Torre Pellice.
È stata docente di illustrazione per l’infanzia all’Istituto Europeo del Design e all’Albe Steiner di Torino.
Ha esposto suoi lavori in numerose mostre collettive di illustrazioni per l’infanzia a Verbania, Trieste, Bari, Palermo e Helsinki presso l’Istituto Italiano di cultura in Finlandia.
Per la collana Leggogioco ha anche illustrato Gli occhiali di Francesca, Pianeti, Matteo senza orecchie e Bilù che mangia il mondo.

COME INCOMINCIA LA STORIA:
In un posto sperduto tra Varsavia e Berlino.
Estate del 1944
A Spatausen il cielo era grigio quasi tutto l’anno. Soltanto da luglio, per due mesi appena, si poteva ammirare lo spettacolo del sole. Poi tornavano le nuvole e la pioggia: una pioggia insistente che faceva scomparire ogni strada sotto il fango.

Il colonnello e la sua oca
Wolfgang adorava scrutare il mondo con il suo binocolo militare. Lo faceva per ore, cercando il punto esatto dove finiva l’orizzonte. Seguiva la linea ferroviaria, arrivava alla fabbrica di chiodi, scalava le ciminiere, raggiungeva senza fatica le case lontane della grande segheria di Odersen.
Poi tornava a posare lo sguardo poco più in là del suo appartamento: sulla cortina di filo spinato che divideva l’avamposto dei soldati dalle baracche di legno in cui vivevano gli uomini strani.
Gli uomini strani erano gli operai che partivano la mattina per andare alla fabbrica di chiodi o alla segheria.
Le loro facce magre facevano paura soltanto a guardarle. E magre erano anche le braccia: sottili come stuzzicadenti.

UNA DELLE PROPOSTE OPERATIVE:
ALCUNI CENNI STORICI

La Germania nazista
Nel 1933 la fragile democrazia tedesca cadde sotto il potere di un feroce dittatore, Adolf Hitler, capo del partito nazista. Ben presto in Germania i cittadini di religione ebraica, gli slavi, gli zingari e tutti gli oppositori del regime, per ragioni assurde ed arbitrarie, furono considerati inferiori e da perseguitare. Per loro vennero costruiti i campi di concentramento dove si costringevano i deportati al lavoro forzato fino alla morte per sfinimento. Alla fine del 1939 i nazisti (spalleggiati dall’Italia, anch’essa governata da un dittatore) scatenarono una guerra contro tutte le grandi potenze del mondo. L’esigenza del lavoro di quei deportati divenne ancora più impellente. Milioni di progionieri, la maggior parte dei quali ebrei, furono costretti a condizioni di vita disumane, in luoghi come Dachau, Buchenwald, Mauthausen e Auschwitz.
Coloro che non erano più in grado di reggere quei terribili carichi di lavoro (i bambini, le donne, i vecchi e i malati) vennero sterminati con i gas e cremati in grosse fornaci, per farne sparire i corpi. Questo meccanismo di scelta era chiamato «selezione». Più di cinque milioni di persone persero la vita in questi luoghi d’orrore, ma ancora oggi risulta difficile stabilirne l’esatto numero, proprio perché i tedeschi avevano tentato di far sparire le prove.
Nel 1945 la Germania perse la guerra e i campi di concentramento vennero chiusi. Molti gerarchi nazisti furono processati per crimini contro l’umanità, ma alcuni di loro trovarono rifugio in America Latina.


Dettagli

Collana: LeggoGioco
Piste di lettura: Nel mito e nella storia